Già dai 2 anni, ovvero al completamento della dentizione da latte, per controllare la situazione generale della bocca e intercettare eventuali abitudini viziate.
No. Attraverso il corretto utilizzo, con la sua piccola testina che oscilla, si può arrivare in ogni parte della bocca, riuscendo a pulire tutte le superfici dei denti in poco tempo.
In alcuni casi, alterazioni come assenza di denti, denti affollati, protesi incongrue, malocclusioni e la presenza di parafunzioni come il serramento e/o bruxismo, possono esserne causa; questi però sono fattori che devono essere valutati solo dopo aver escluso altre origini non odontoiatriche come cefalee muscolo-tensive o problemi della colonna vertebrale.
No. La pulizia eseguita in studio si avvale di strumenti che distaccano dai denti placca, tartaro e tutto lo sporco ad essi adeso con un’azione meccanica e non chimica, al contrario invece delle sostanze acide prodotte dai batteri o contenute in alcuni cibi e bevande che agiscono intaccando la superficie dello smalto.
No. Lo smalto dei denti è molto duro ma i batteri, una volta intaccata la sua superficie, penetrano all’interno dove trovano la dentina che è meno resistente e più semplice da “mangiare”, creando così una specie di caverna sotto lo smalto. Dall’esterno non riusciamo ad accorgerci della gravità della carie, per questo è necessario il controllo periodico dal dentista.
Il periodo migliore per raddrizzare i denti è in “fase di crescita”; si può intervenire già quando compaiono i primi segni di mal occlusione o per correggere malfunzioni dovute ad abitudini viziate, poiché i denti possono essere guidati gradualmente verso il corretto allineamento con gli apparecchi ortodontici oggi disponibili anche in versione trasparente.
Per gli adulti è possibile intervenire con questi, raggiungendo risultati molto soddisfacenti dal punto di vista clinico e delle aspettative del paziente.
È possibile correggere problemi molto comuni come denti storti, affollamento, spaziatura e alcuni tipi di morso aperto e morso crociato; nella maggior parte dei casi anche in presenza di corone e ponti.
Sono formate da una mescolanza di percentuali diverse di metalli tra cui il mercurio, che è considerato tossico per il sistema nervoso.
Il dente devitalizzato non viene più irrorato dal sangue né idratato; come un ramo secco, è più debole ed è maggiormente esposto al rischio di fratture.
La devitalizzazione (o cura canalare) in alcuni casi è tuttavia necessaria ma, tenendo conto dello stato di conservazione della corona del dente, il dentista può consigliare la protezione di questa con il sistema più idoneo.
Non sempre. Si conviene per l’estrazione in alcuni casi come quelli in cui questi denti rimangono inclusi, o compaiono parzialmente in bocca, o quando sono causa di affollamento dentale o generano altri problemi.
No. È sufficiente che siano spuntati tutti i denti permanenti (molari completamente erotti); l’importante è indossare sempre gli allineatori, tranne quando si mangia o durante l’igiene orale. Quindi nel caso di pazienti “molto giovani”, è necessario anche un controllo scrupoloso da parte dei genitori oltre a quello periodico del dentista durante il trattamento.
L’intervento in sé non è doloroso. Quando l’operatore rispetta il corretto protocollo ed il paziente le raccomandazioni pre- e post-intervento, questo è a volte meno fastidioso di una estrazione apparentemente semplice.
Falso. Devono essere considerati al pari dei denti “da grandi”, poiché oltre a far svolgere una corretta e salubre funzione masticatoria al bambino, devono preparare la giusta strada e mantenere gli spazi giusti per l’eruzione della dentatura definitiva. Un dente da latte cariato va incontro alle stesse problematiche, dolore e infezioni comprese, di un dente definitivo, quindi deve essere curato tal quale.
Falso. Gli impianti dentali sono composti da titanio puro, che è il metallo più biocompatibile con il nostro organismo ed è lo stesso utilizzato, ad esempio, per le protesi d’anca in ortopedia.
Farlo spesso non significa sempre farlo bene. Non pulendo correttamente, alcune persone provocano sui loro denti le tipiche “lesioni da spazzolamento”, oppure fanno ritirare le gengive creando una fastidiosa sensibilità dentale oltre ad aumentare la possibilità dell’insorgenza di carie. Anche se in alcune circostanze può esserci una predisposizione di base, la grande maggioranza delle volte è dovuta ad un errato modo di svolgere questa operazione.
Può essere ereditaria, molto spesso chi ne soffre dichiara di avere altri casi in famiglia come nonni o genitori.